Premio Ruah 2013

Il 23 dicembre, si è svolto al Teatro Ghione di Roma la consegna del Premio Ruah per la Pace e del Premio Ruah per l’Arte e la Cultura. L’evento, giunto alla sua terza edizione, è stato ideato e organizzato dall’Associazione Le opere del Padre, per ricordare la memoria di Shahbaz Bhatti. Ha presentato e condotto la serata Fabio Bolzetta, giornalista professionista e conduttore di TV2000

 La serata, è nata con il patrocinio della Regione Lazio, della Custodia di Terra Santa e del PISAI (Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica). Nel corso della serata sono state lette due storie vere ambientate in Terra Santa tratte dal libro di Andrea Avveduto Aggrappati alle radici

Si è voluto onorare la testimonianza di un personaggio, il primo cristiano nominato in Pakistan ministro federale per le minoranze, assassinato due anni addietro a Islamabad da fanatici islamici. Un uomo che, per il suo leale impegno contro ogni discriminazione sociale e religiosa, è diventato un segno di speranza per il suo popolo.
L’intento del Premio, davanti al male della storia e al dolore del mondo, è d’invitare a sperare, in un futuro nuovo di mutua e pacifica comprensione tra culture e tra religioni. Le religioni sono per dare senso e salvezza al vivere degli uomini e non hanno nulla a che fare con chi usa il sentimento religioso per giustificare un oscuro istinto di morte.
Il Premio Ruah per la Pace è stato conferito al fratello di Shahbaz, Paul Bhatti che, avendone raccolto l’eredità politica e morale, ha a cuore un dialogo sereno e costruttivo con la maggioranza musulmana del suo Paese.

La consegna di questo Premio è stata occasione di un confronto tra diversi testimoni qualificati sulla condizione dei cristiani in terre d’islam; oltre a Paul Bhatti, presenti Fra Georges Abou Khazen, nuovo vicario apostolico latino di Aleppo, e l’islamologo Giovanni Rizzi.

 

Il Premio Ruah per l’Arte e la Cultura è stato consegnato a Flora Gualdani, come segno di apprezzamento per la sua opera letteraria Betlemme Betlemme, speranza futura che rispecchia la sua opera di Casa Betlemme, dove dà assistenza e difesa alla vita nascente.

Per l’occasione, è stato rappresentato il dramma Ci vediamo a colazione. Lo spettacolo, per la regia di Claudia Koll, s’ispira alla vicenda di Shahbaz Bhatti, è stato sceneggiato da Michele Casella e rivisitato da Giuseppe Bellia che ne ha scritto gli interludi poetici. La pièces, in un intreccio di vita ordinaria e di poesia che cerca di dire di Dio «con arte», ricostruisce gli incontri che occasionalmente Shahbaz, nel settembre 2010, ha avuto a Roma, dove si trovava in visita di Stato. I dialoghi riflettono l’affabile umanità di Shahbaz che si mostra attento ai grandi problemi come anche alle singole persone che incontra nel suo breve soggiorno romano.

Durante la serata si sono raccolti fondi per il progetto Gerusalemme, Pietre della Memoria. L’iniziativa intende aiutare le famiglie cristiane più povere della Città Santa per preservarne con la loro presenza la peculiare identità religiosa di “Città della pace“.

Marco Selvaggio, uno dei pochi musicisti a possedere e suonare l’hang drum, strumento melodico a percussione, invitato come ospite si è esibito.