Ritiri e incontri di Catechesi

 

 

 

 

Ritiro spirituale al Monte Faito

Dal 4 all’8 Luglio 2012, si sono riuniti sul Monte Faito (Castellamare di Stabia) i gruppi di preghiera del Sud d’Italia, simpatizzanti e sostenitori dell’associazione “Le opere del Padre”. L’associazione onlus “Le opere del Padre” viene fondata nel 2005 da Claudia Koll dopo la sua conversione, come risposta concreta all’esperienza fatta dell’amore misercordioso del Padre, “un Padre che perdona, restituisce dignità e consola nella sofferenza chi a Lui si rivolge con fiducia”.
Il tema centrale del ritiro di quest’estate era intitolato “La tenerezza del Padre” col riferimento al passo biblico: “Anche se tutti ti dimenticassero, io non ti dimentichero mai”! (Isaia 40,14) I vari sacerdoti invitati per dare il loro contributo sul tema, hanno fatto capire quanto la tenerezza di Dio si è manifestata in pienezza in Gesù Cristo. Questo volto tenero di Dio Padre, si è concretizzato nella vita di Gesù, dalla sua nascita fino alla morte in croce. E su questo momento culminante della vita di Gesù che sono stato invitato a intervenire, per approfondire l’aspetto della participazione piena di Dio Padre alla morte di suo Figlio Gesù.
 

Il Dio crocifisso
La riflessione é iniziata con la domanda: Perché c’é il male? Oggi questa domanda costituisce l’obiezione più grande all’idea di un Dio giusto e buono. L’esistenza del male a volte, conduce l’essere umano alla ribellione. Quando si riflette sul male, bisogno sapere mettere dei limiti a certi ragionamenti troppo umani. Il male in se stesso, è una forza incomprensibile. Non bisogno quindi fidarsi delle risposte troppo semplici e troppo chiare, che, a forza di volere spiegare tutto finiscono per leggitimare il male. La riflessione sul male deve essere semplice e modesta; ci deve lasciare con la nostra sete di sapere. Cosa possiamo dire sul male? Dio si interessa della sofferenza umana? Perché gli innocenti soffrono?
Dopo una breve lettura di un passo del libro dello scrittore francese Albert Camus “La peste” sulla sofferenza degli innocenti, ho voluto subito fare capire che la questione del male, soprattutto quello degli innocente, non trova soluzione, anche per chi non crede e protesta contro Dio come nel caso di Albert Camus, rapresentante dell’ateismo di protesta. Di fronte agli orrori elle ultime guerre, del genocidio in Rwanda, un grido di protesta si leva spontaneamente in noi tutti. Se Dio esiste perché ha permesso tutto questo?
La risposta più convincente per chi crede , si trova nell’opera del teologo tedesco Jurgen Motmann intitorato : “Il Dio crocifisso” (dalla traduzione francese di: Le Dieu crucifié. La croix du Christ, fondement et critique de la théologie chrétienne (Cogitatio fidei, 80), Cerf, Paris, 1974, dall’originale in tedesco (Der Gekreugzite Gott, Kaiser, Munich, 1972).
Questo libro contiene la risposta dell’autore, da credente, al problema del male e della sofferenza. Il suo punto di partenza é il grido di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”? (Mat, 27,46). Questo grido per Moltmann rimanda alla questione di Dio: O Gesù abbandonato da Dio è la fine di ogni discorso su Dio (teologia), o costituisce l’inizio di una vera teologia, di una esistenza specificamente cristiana, dunque critica. La teologia del crocifisso sviluppata da Moltmann, cerca di capovolgere la concezione antica di Dio, quella che fa di Dio un sovrano imperatore o un motore imobile di Aristotele. Questo modo di rappresentare Dio ha prodotto l’ateismo di protesta, a cui abbiamo fatto accenno nel libro “La peste” di Albert Camus.
Moltmann approfondisce questo tema chiedendosi cosa succede alla croce tra il Cristo e il Dio che Gesù chiama suo Padre e predicava agli uomini che gli era sempre vicino. Come la salvezza e la liberazione possono trovarsi nel Crocifisso abbandonato da Dio?
La risposta di Motmann, prende spunto dalla lettera di s.Paolo ai Romani(1,1-28), dove l’apostolo vede nell’abbandono di Gesù dal Padre il dono del Figlio fatto dal Padre per tutti gli uomini peccatori abbandonati a loro stessi. Nell’abbandono del suo Figlio, Dio abbandona se stesso e si consegna con il Figlio anche se non nello stesso modo. E Gesù che muore abbandonato, ma il Padre che lo abbandona e lo consegna soffre la morte del Figlio nel dolore infinito dell’amore. Ecco perché é “un Dio crocifisso”. Il dolore del Padre é cosi profondo da avere lo stesso peso della morte del Figlio.
E questa la risposta teologica al problema della sofferenza e del male per chi crede. E una risposta che protegge la fede dall’ateismo di protesta, perché non è una spiegazione della sofferenza, ma mantiene il credente ai piedi della croce dove il Padre soffre con il Figlio. Quindi, nella sofferenza l’essere umano non è solo, perché ogni sofferenza umana è diventanta sofferenza di Dio e non c’è morte che non diventi morte di Dio. Nell’amore, i condannati e gli abbandonati di questo mondo scoprono che la morte e la sofferenza non sono segni di rifiuto di Dio. Dio partecipa ala sofferenza umana e la riempie di senso. L’amore di cui si parla nel contesto della croce non è un idea, ma un evento, in un mondo senza amore. Un amore che invade ogni essere privo di amore e che si sente abbandonato, senza giustizia e senza diritto e gli dona una nuova identità. Questo amore non impedisce l’odio, ma soffre per questo e prende su di sè il dolore che ne consegue. E cio che è successo sulla croce tra il Padre e il Figlio.
La riflesione si é conclusa con l’invito a fare nostro lo sguardo del Padre sul suo Figlio Gesù. Dio Padre risuscitando Gesù lo giustifica e dà ragione alla sua opera e a tutti i suoi insegnamenti contro quelli che si ritenevano interpreti della Legge (Scribi e Farisei). Ma per credere alla Rusurezzione, dobbiamo, come i discepoli di Emaus accogliere una Parola che ci fa ardere i cuori delusi, forse dalla vita, dalle sofferenze, dalle ingiustizie, ecc. Solo allora, potremo riconoscere nel compagno del cammino il Maetro che nello spezzare il pane, apre gli dei discepoli che lo riconoscono come il Signore, il Crocifisso e il Risorto. Abbiamo bisogno della semplicità nella fede, una fede quasi “naive” come quella del soldato romano sotto la croce e il buon Ladrone crocifisso con Gesù, che contro il parere diverso di tutti , vedendo come muore Gesù riconoscono in Lui il Figlio di Dio (Mc, 15,39).
Conclusione generale
L’immensa tenerezza del Signore
Il ritiro si è concluso domenica mattina, l’8 Luglio 2012 con la santa Messa celebrata da Monsignore Francesco Alfano, arcivescovo de Castellamare di Stabia e Sorrento, e la testimonianza di Claudia Koll, presidente dell’associazione “Le opere del Padre”. Nella sua testimonianza, Claudia è tornata sul tema dell’immensa tenerezza di Dio nella Bibbia (Isaia 40,14). Partendo dalla propria esperienza di conversione, ci ha ricordato che la misercordia di Dio sta al centro di ogni relazione seria, che la persona umana intende avviare con Dio. Poi, ha continuato sottoineando il fatto che nel cammino di fede, non mancano momenti di prova che rendono più pura la fede. L’esempio riportato è stato quello classico di Giobbe (42, 5) che vive la sua prova come una domanda su Dio ed è a Dio solo che vuole porla. A risolverla non è tanto il sentito dire della tradizione religiosa scontata, quanto piuttosto l’occhio, cioè la contemplazione, l’esperienza diretta della fede pura, purificata attraverso la via crucis del dolore e dell’interrogazione radicale e sincera.
Claudia ha concluso la sua testimonianza citando il passo evangelico di Marco (4,35-41) della Tempesta sedata, per fare capire quanto la fede è importante per resistere al male. E una scoperta spirituale che Claudia sta vivendo che ha espresso con queste parole: “Di fronte al male, ho scoperto la potenza di Dio Salvatore e misercordioso, continuo a scoprire la sua presenza nella mia vita, ma Dio mi fa camminare per vie sconosciute e mi chiede di credere in Lui, di fidarmi e di lasciarmi amare da Lui. Come? Trovando il tempo per Lui, per meditare la Sua Parola, per stare alla Sua pesenza davanti al Santissimo. Questo mi chiede o meglio questo sento necessario alla mia vita: la comunione con Lui. Certo l’amore é misterioso e creativo, non sai dove ti conduce, ma sei disposto a seguire l’amato perché al di fuori di Lui non c’è salvezza, non c’è vita”. Con la preghiera a Maria, Madre della divina grazia, l’immacolata che ci custodisce e ci ammaestra, e la recina della coroncina, si é concluso l’incontro.

 

Perché la mia presenza come sacerdote dottrinario a Monte Faito?

 
La collaborazione con Claudia e l’associazione “Le opere del Padre” da lei fondata con i Padri dottrinari, è iniziata dall’incontro che ho avuto con Claudia 6 anni fa nella chiesa dedicata alla Divina misercordia di Santo Spirito in Sasia. In quella chiesa, Claudia ha promesso che sarebbe venuta in Burundi, per aiutare i Padri Dottrinari nella loro difficile missione. Detto e fatto, dal 2006 Claudia accompagnata da vari gruppi di volontari, si reca in Burundi dove sostiene le opere caritative con i Padri Dottrinari a Ruziba. Ruziba è una zona periferica della capitale del Burundi molto povera, ha consciuto più di ogni altra le conseguenze della lunga guerra civile che questo piccolo Paese ha conosciuto, dal 1993 al 2006. Per questo ci sono tanti orfani e vedove.
Tra le opere più signicative che sono sostenuti dall’associazione “Le opere del Padre”, ci sono i sostegni a distanza di quasi 300 bambini e ragazzi, dalla scuola materna fino all’università. Ora Claudia sta realizzando nella diocesi di Ngozi un ospedale per le persone diversamente abile. Chi desidera informazioni o vuole sostenere un bambino, una famiglia o un progetto puo telefonare al 00 39 342 3433975 o scrivere a sostegni@leoperedelPadre.it.
Per sostenere un bambino della scuola primaria a Ruziba, Bujumbura o Gisuru ci vogliono ( 60 euro all’anno), un ragazzo delle scuole secondarie (120 euro all’anno), Un ragazzo universitario (300 euro all’anno). Il sostegno a questi ragazzi non si limita alla sola tassa o a materiali scolastici, ma dall’anno scorso, i ragazzi sono seguiti da una suora psicologa della Congregazione di Bene Maria (Sr Aline), perché in molti di loro ci sono traumi lasciati dalla guerra. Le più vulnerabile sono le ragazze madri abbandonate a loro stesse dopo avere subito delle violenze. Inoltre, abbiamo organizzato un dopo scuola con pasti per quelli che non trovano da mangiare rientrando a casa e maestri di sostegno per i ragazzi che hanno più difficoltà a scuola, a causa delle condizioni famigliari sfavorevoli. L’associazione ci ha anche aiutato a cosntruire una scuola materna per 100 bambini. I Padri Dottrinari sono riconoscenti a Claudia e alla sua Associazione per queste iniziative di sostegno per il futuro di questi bambini e ragazzi.
Dall’incontro avuto con i laici durante il capitolo geneale che si è svolto a Roma in Aprile, molti laici si sono mostrati disponibili a sostenere le Associazioni onlus che aiutano le nostre missioni; per questo, chiedo ai parrocci delle parrochie affidate ai Padri dottrinari, in Italia e in Francia, di invitare Claudia perché faccia conoscere ai fedeli questi progetti di sostegno alle nostre realtà missionarie. Non dobbiamo dimenticare che oltre l’annuncio della Buona Novella, l’evangelizzazione è fatta anche per mezzo delle opere di promozione umana e sociale.

Padre Venant Ntahonkiriye